Milàn e poeu pu, ma non per me
Milano è la città dove ho scelto di vivere, Albenga invece è quella delle mie estati da bambina e di quelle di mio figlio. Ma non solo. E’ anche la città dove mio madre e mio padre hanno scelto di trasferirsi, una volta in pensione. E dove hanno vissuto una decina di anni prima che il mio babbo iniziasse a stare male (2019). Così, da quando mio padre è mancato, ogni volta che ci faccio ritorno mi riaffiorano tantissimi ricordi. E il mio pensiero va irrimediabilmente a chi non c’è più.
Ad Albenga c’è sempre qualche manifestazione, era solito raccontare mio papà, trovando così una giustificazione, anche se non l’unica, al fatto di aver comprato casa al mare qui. Così domenica 17 dicembre non mi sono stupita più di tanto quando, una volta uscita dal casello autostradale e imboccata la strada per arrivare sul lungomare, ho visto viale Italia chiuso al traffico, per far spazio alle tante bancarelle arrivate in città, per la Fiera di Natale (andando a zonzo, la sera stessa, ho poi scoperto che solo qualche giorno prima c’era stato un calendario fitto di eventi, in occasione di Santa Lucia). Sono, invece, rimasta letteralmente incantata più tardi nel momento in cui, parcheggiata l’auto, scaricato i bagagli e raggiunto a piedi il Centro Storico, mi sono imbattuta nelle straordinarie ambientazioni natalizie che il Comune ha realizzato, in occasione della terza edizione di “Albenga s’illumina d’immenso”. Sulle facciate di alcuni edifici e dei principali monumenti della città venivano proiettate immagini natalizie, come quelle legate alla natività, concesse dalla Diocesi di Albenga e Imperia, sulle pareti della Cattedrale e di Santa. Sulla Torre di Palazzo Peloso Cepolla, svettava, invece, la “Colomba della pace” di Banksy, rivisitata con giubbotto antiproiettile, a ricordare a tutti che questo Natale è l’occasione per dire ancora NO ad ogni guerra e ad ogni forma di violenza. Come se non bastasse ho visto anche la Torre Civica animarsi, grazie alla realtà aumentata, per la gioia dei bambini.
E mentre giro per le strade del centro della città delle cento torri, mi dico che al mio papà sarebbe molto piaciuto vedere la sua Albenga vestita a festa, scintillante e luccicante. Se fosse ancora vivo correrei a casa a raccontagli delle luminarie appese, delle palme avvolte in fasci di luci e della gigantesca stella che è si trova in piazza del Popolo. Sì, perché la prima volta che la mamma ed io siamo tornate ad Albenga, dopo la tua morte, a più di un anno di distanza dall’ultima volta che c’eravamo stati tutti e tre assieme, nel vedere quel negozio che non c’era più o quel nuovo ristorante che aveva aperto, ci siamo entrambe dette “Adesso appena arrivo a casa, lo dico a papà”. Era nostra abitudine, infatti, condividere e raccontarci come la città cambiava indipendentemente da noi. E a più di tre anni dalla tua dipartita sono tantissime le cose che sono cambiate, qui ad Albenga, e che ti vorremmo tanto raccontare. Come, ad esempio, che adesso anche Albenga ha la sua Esselunga e il suo McDonald’s (per anni il mio Giulio, quand’era bambino, si è chiesto come gli ingauni facessero a vivere senza). La Coop che aveva aperto in Viale Martiri della Libertà, quando tu ti ero già trasferito a Milano, al posto della tipografia, ha già chiuso e al suo posto c’è un nuovo supermarket della catena Penny. Non hai fatto in tempo a vedere anche i nuovi campi da tennis e paddle dello Sporting Club Magnolia, sorto sulla terra rossa del vecchio circolo tennis, di via Isonzo, dove Giulio ha imparato a tirare con la racchetta. La torrefazione La Genovese, di via Vittorio Veneto 18, ora CoffeeStorming, si è rinnovata completamente trasformandosi in una caffetteria dove è possibile gustare una selezione dei migliori caffè sapientemente tostati sul posto e serviti in tazza con diversi metodi di estrazione. Ti sarebbe piaciuto. ll complesso immobiliare Vistamar, in via Dalmazia, realizzato dall’architetto portoghese di fama mondiale Gonçalo Byrne, è stato ultimato, ma, ti dirò, non è poi un granché. Sotto hanno aperto un supermercato del brand Market Local. La pizzeria L’Arciere ha cambiato gestione e ora si chiama Anima. Il ristorante Al Nautico invece c’è ancora come anche il Villaggio Internazionale dove per tanti hanno Davide, Giulio ed io abbiamo alloggiato. I Bagni Internazionale si sono rinnovati e hanno ampliato la zona dedicata alla ristorazione. Dovremo invece fare a meno del ristorante La Gallinara, gli attuali gestori non si sono visti rinnovare il contratto per la stagione estiva 2024. Il mio negozio d’abbigliamento preferito perché molto milanese c’è sempre. L’anno scorso, sempre in viale Martiri della Libertà, ha aperto Extimate-Cards Shop dove Giulio, se fosse ancora bambino, non avrebbe perso occasione per acquistare delle carte Pokemon. Il tuo bar preferito, Cafè d’Aste, c’è sempre e anche i titolari sono gli stessi. Anche l’IperCoop e la LIDL, dove tu e la mamma eravate soliti andare a fare la spesa, sono dove li hai lasciati. C’è sempre anche il ristorante, l’Hosteria Sutta Cà, dove abbiamo festeggiato un Natale tutti assieme e anche il vostro ultimo anniversario di nozze. Immutato anche il ristorante Rosetta, in via delle Medaglie d’Oro. Noberasco fa sempre vetrine bellissime e super colorate. Come anche il negozio di suppellettili e oggetti per la casa, che si trova proprio di fronte. Al posto della filiale Sanpaolo, di via non c’è ancora nulla. Il negozio Le Gallerie, in via Dei Mille, dove vi rivolgevate per gli elettrodomestici, c’è sempre. Nella stessa via ha invece aperto una nuova pizzeria, Ricaroka, che qualche mese fa a fatto parlare di sé alle Iene, per aver fatto pagare un sovrapprezzo a un cliente che aveva chiesto una pizza ben cotta. Del resto i liguri non sono famosi in tutto il mondo per la loro parsimonia!
Caro Papà, non puoi, o forse sì, immaginare quanto manchi a me e alla mamma. Oggi ero in giro per Albenga, con Atos, e quando ho visto in lontananza un signore anziano, camminare davanti a me, con le mani incrociate dietro la schiena, che ogni tanto si fermava per dare un’occhiata a quello che si presentava lungo la sua strada o lo colpiva e lo incuriosiva, ho immaginato te, intento a tornare a casa, dopo una bella passeggiata mattutina. Non sai oggi quanto darei per sapere a cosa pensavi durante quelle tue uscite giornaliere, se qualche volta il tuo pensiero mi ha sfiorato, se eri orgoglioso di me. A posteriori penso che genitori e figli vivano pochissimi anni assieme. Che in fondo io so poco di te. Un po’ perché tu parlavi pochissimo del tuo passato e un po’ perché lì fuori c’era il mondo ad aspettarmi. Poi tu e la mamma avete scelto di andare a vivere lontano da me e le occasioni per stare insieme sono diventate sempre più rare e brevi. Mi spiace tantissimo non aver goduto della tua compagnia, di averti forse fatto sentire trascurato, poco apprezzato, ma sono felice che tu e la mamma abbiate potuto godere di questi inverni soleggiati, come quello odierno, che solo una località di mare può regalare. Ti voglio tanto bene Papà.
Riuscirai sempre ad emozionarmi e di lassù Savino continuerà ad esserti a fianco e a suggerirti le soluzioni migliori!!!