La Barca di Forte dei Marmi
Settimana scorsa a Milano sembrava che fosse già arrivata l’estate. Così domenica pomeriggio, festa della mamma, mi sono autofesteggiata lavorando al cambio di stagione dell’armadio, allo scopo di non farmi trovare impreparata (peccato solo che lunedì l’impressione era quella di essere ripiombati in autunno). Un’impresa che mi ha preso tempo e fatto venire una gran voglia di vacanza, mare e sole. Quest’anno però non è dato, più che mai, fare programmi su dove e quando partire per le ferie. Perché la domanda è semmai se sarà possibile spostarsi, almeno sul suolo nazionale, anche solo per raggiungere una seconda casa, e, se sì, a quali condizioni pur di non rischiare di ammalarsi di Coronavirus. E dire che solo un anno fa mi trovavo a Forte dei Marmi. A ricordarmelo niente meno che un scontrino di un ristorante e un permesso per parcheggiare in zona ZTL, rispettivamente datati 10/05/2019 e 11/05/2019, entrambi ritrovati dentro a una borsa finita nel dimenticatoio, mentre ero per l’appunto impegnata a far ordine nel mio guardaroba. Da qui l’idea di dedicare una breve recensione a La Barca, questo il nome del locale del Forte di cui avevo conservato la ricevuta fiscale (conoscendomi sicuramente per scrivere in un secondo momento un articolo) che spero, quando questo lockdown sarà finalmente terminato, possa riaprire come e meglio di prima.
LOCATION: è uno dei locali più antichi di Forte dei Marmi. Le sue origini risalgono infatti al 1906, quando il capitano Leo Tacchella fece approdare la sua imbarcazione, con la quale era solito trasportare vino dall’Isola d’Elba, proprio sulla spiaggia di questa rinomata località di villeggiatura dove, oggi come allora, si trova il ristorante “La Barca”. Date le dimensioni (maxi come del resto le spiagge della Versilia) il locale si presta ad ospitare gruppi numerosi per celebrare matrimoni, battesimi, comunioni e ricorrenze speciali (mentre noi eravamo lì a cena, poco distanti da noi, c’era una tavolata intenta a festeggiare un compleanno in famiglia), ma anche a cene a due anche con Fido al seguito. A fare la differenza come potrete leggere più avanti è sicuramente il servizio. E non potrebbe essere diversamente visto che in queste sale accoglienti in passato e ancora oggi trovano ospitalità molti personaggi famosi, che da tempo scelgono Forte dei Marmi come meta delle loro vacanze.
MENU: si può riassumere in una sola parola… ricco nella scelta e nelle porzioni. Noi abbiamo provato la selezione di antipasti di mare del giorno che consiste in tre piatti (decisamente soddisfacente e appagante); un piatto di linguine al nero di seppie con ricciola al profumo di limone consigliatoci dal proprietario del locale, Piero, dopo aver capito che la persona con cui ero a cena aveva un debole per questo classico primo piatto di pesce (chi lo desiderasse può optare per le semplici linguine al nero di seppia dal sapore decisamente più forte) e un frittino di pesce (peccato solo per le lische). Decisamente soddisfacente la lista dei dolci a cui però a malincuore abbiamo rinunciato visto che, mentre eravamo intenti a scegliere cosa prendere come dulcis in fundo, ci è stato portato un piattino di biscotti e poi addirittura un ulteriore rinforzo che ci ha spiazzato, oltre che colmato quella nostra voglia di “qualcosa di buono”. Trattandosi di un ristorante anche per famiglie è possibile optare per un menu ad hoc per i più piccoli. Caratteristica di questo locale, date anche le sue origini, è senza dubbio la vasta scelta di vini a disposizione del cliente.
SERVIZIO: l’accoglienza è calorosa all’arrivo, stuzzicante una volta al tavolo e impeccabile e dal sapore d”altri tempi durante tutto il servizio. E’ il proprietario del locale in persona, Piero, a dare il benvenuto agli ospiti e a girare tra i commensali per prendere le ordinazioni, cercando di carpire e assecondare i gusti dei propri clienti, ma anche di intercettare qualsiasi loro bisogno. Ma non è l’unico a prendersi cura degli avventori. In sua assenza, a fare le sue veci in sala ci pensano i camerieri, tutti rigorosamente in livrea. Un compito che assolvono egregiamente è quello di non lasciare nessuno col bicchiere vuoto, sia che si tratti di acqua o di vino, Io, ad esempio, per evitare di ubriacarmi, già al secondo giro di Prosecco (in segno di benvenuto si viene accolti con un calice di vino bianco e un voul van con mozzarellina e acciuga) mi sono impegnata affinché il mio flute non scendesse mai sotto i due quarti. L’ampio parcheggio proprio di fronte al locale e l’accesso consentito anche agli animali contribuiscono sicuramente a farne un posto “strategico”, anche per la vicinanza al Forte, al Pontile e al lungomare.
PREZZO: nonostante il servizio sia stato eccellente sotto ogni punto di vista e si sia mangiato (a parte le lische) e bevuto molto e bene, il conto mi ha spiazzata (non so se la pensa allo stesso modo chi materialmente ha pagato il conto). Per un antipasto, un primo, un secondo di pesce, una bottiglia d’acqua e due caffè si sono spesi 80 euro. Qualcuno forse potrebbe obiettare che 80 euro non sono pochi. Io dico che non è stata una cena proibitiva perché tenendo conto della location, del fatto di trovarsi a Forte dei Marmi, delle porzioni abbondanti (tanto da essere divise in due e risultare comunque sufficiente a soddisfare l’appetito di una persona) e dei fiumi di Prosecco versati nei nostri calici mi sarei aspetta un conto decisamente più salato. Mi viene quasi il dubbio che si siano dimenticati di farci pagare qualcosa. tutti quei calici di Prosecco saranno stati veramente tutti omaggio della casa?
IL VOTO DEL “CONFORT CREW”: 10 perché La Barca è il locale giusto nel posto giusto. Forte dei Marmi è da sempre meta del jet set. Qui si trovano, infatti, spiagge del calibro del Twiga e dell’Augustus Beach Club (proprio ieri Facebook mi ha ricordato, con un video di una performance che avevo filmato, che un anno fa mi trovavo all’esclusivo opening cocktail party, per celebrare il nuovo look di questo storico arenile). E questo ristorante contribuisce a far di questa località un posto per vip.
Info sull'autore
Casalese DOC, con una laurea in Scienze della Comunicazione in tasca e un breve stage a "Il Piccolo" di Alessandria, mi trasferisco a Milano dove, dopo un periodo di praticantato nella redazione di Italia Online (poi Libero.it), mi conquisto il mitico tesserino color bordeaux da giornalista professionista. Terminata l'esperienza da redattrice ex articolo 1 Cnlg, inizio a collaborare come freelance per la rivista online Mondointasca.it.